Milan Kundera, genio della scrittura e dell’immaginazione

Milan Kundera,poeta, saggista e drammaturgo, è stato un mito letterario europeo degli anni ottanta e il suo romanzo “L’insostenibile leggerezza dell’essere” l’ha reso celebre in tutto il mondo. In Italia fu Roberto D’Agostino nella trasmissione satirica “Quelli della notte”(1986) che citava in continuazione quest’opera di Kundera come una sorta di dolce ossessione da offrire ai telespettatori. Abbiamo così scoperto che i piaceri della leggerezza sono insostenibili mentre i doveri della pesantezza dell’essere sono sostenibili.
Lo scrittore era esule dalla Cecoslovacchia che abbandonò dopo la Primavera di Praga e l’arrivo dei carrarmati sovietici. Detestava il comunismo realizzato e scelse di andare a Parigi dove è morto alla veneranda età di 96 anni e dove viveva con la moglie Vera Hrabanková. Da lungo tempo rifiutava il contatto con i media vivendo in uno splendido isolamento e nessuno sapeva niente di lui. Nel suo libro più famoso affermò infatti che “forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l’amore) dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza”, spiegando in modo mirabile le difficoltà e le trappole del sentimento più antico e importante del mondo. Kundera era apparso in pubblico per l’ultima volta alla fine di Gennaio del 1984 quando apparve in una trasmissione culturale e, poi, scomparì tanto che si affermò spiegando l’atteggiamento assai meditato di Kundera come “l’insostenibile potenza del silenzio”. In tal modo alimentò oltre misura la leggenda di una personalità sfuggente e misteriosa.Iniziò così una caccia parigina per ritrovare lo scrittore al punto che Ariane Chemin gli dedicò un libro intitolato proprio “Alla ricerca di Milan Kundera”.
Milan Kundera,nato il 1 aprile del 1929, era di Brno che oggi è una Repubblica Ceca e all’epoca della sua nascita era unita in Cecoslovacchia (oggi Repubblica Ceca), il 1º aprile del 1929. Neanche a vent’anni nel 1948 quando ancora era studente all’Università Carlo di Praga si iscrisse al Partito Comunista. Tuttavia Milan credeva nella libertà e quando arrivò la stagione della “ Primavera di Praga” prende parte al movimento del “socialismo dal volto umano”.
Costretto ad emigrare in Francia nel 1975 ottenne la cittadinanza per il sostegno di Francois Mitterrand e cominciò a scrivere tutti i suoi romanzi in francese non concedendo a nessuno i diritti di traduzione in lingua ceca. Per tale motivo ricevette critiche dure anche da altre personalità del dissenso . Quando avvenne l’invasione dell’Unione sovietica nel 1968 disse apertamente che “L’invasione russa del 1968 ha spazzato via la generazione degli anni sessanta, e con essa tutta la cultura moderna che l’ha preceduta” e proseguì “Si cerchi di capirlo, una buona volta: non sono soltanto i diritti dell’uomo, la democrazia, la giustizia, ecc., che non esistono più a Praga. È un’intera grande cultura che a Praga oggi si trova come un foglio di carta in fiamme dove scompare la poesia”. Nel periodo in cui era ancora a Praga scrisse tante poesie e pubblicò dei racconti in un altro libro “Amori ridicoli” del 1963 che poi riunì in un unico volume nel 1970. Il suo primo romanzo fu “Lo scherzo”, uscito nel 1967 alla vigilia dei moti che porteranno alla “Primavera di Praga”. Il libro vinse il premio dell’Unione degli Scrittori Cechi. In teatro Kundera portò tre opere, l’ultima delle quali sarà “Jacques e il suo padrone”.

Milan Kundera
Dopo il successo mondiale de “L’insostenibile leggerezza dell’essere” le altre opere verranno scritte in francese ottenendo altrettanti affermazioni e sono tutte caratterizzate da un modello di romanzo -saggio che Kundera preferisce e che non abbandona. In Italia i suoi romanzi vengono pubblicati e ripubblicati da Adelphi ottenendo un grande apprezzamento dai lettori: “Lo scherzo” (1967) “Il valzer degli addi” (1972), “La vita è altrove” (1973), “Il libro del riso e dell’oblio” (1978), “L’immortalità” (1990). E poi, “L’immortalità” (1990), “La lentezza” (1995), “L’identità” (1997), “L’ignoranza” (2001), ”La festa dell’insignificanza” (2013). Lui è riuscito in poco tempo a creare attorno a sé un’aura di mito grazie al silenzio assordante che regnava attorno a lui. Il romanzo “L’insostenibile leggerezza dell’essere” affronta l’inquieta e tormentata storia d’amore di Tomáš e Tereza divenendo un classico del passaggio storico e sociale in Europa in preda a tumultuosi cambiamenti.
In questo romanzo si narra di un quadrato amoroso Tomas-Tereza- Sabine-Franz che sicuramente nell’idea creata da Kundera fa riferimento al celebre romanzo di Goethe “Affinità elettive” ed è reso avvincente da quel contrasto filosofico ed esistenziale tra “pesantezza” e “leggerezza”, tra la prima che non è brutta da vivere mentre la seconda si rivela bella ma spesso inconsistente. In questo romanzo Milan Kundera sbeffeggia i personaggi e li tratta come veri e proprie marionette. Vi è un contesto nel romanzo che è ineliminabile ed è quello del comunismo con la tempesta che si abbatté su Praga segnando la fine degli ideali di libertà e la triste interruzione dell’esperienza di Alexander Dubcek.

Lo scrittore Milan Kundera
I personaggi si muovono in clima politico e umano insopportabile e cupo in cui vi è una sostanziale incapacità a vivere per sé stessi sia nell’animo che nel corpo, pervasi dal conflitto permanente tra la pesantezza e la leggerezza che è presente in tutto quello che viviamo e sentiamo.
L’autore realizza l’analisi umana ed esistenziale di un contesto storico configurando una nazione che si incarna in questi quattro protagonisti. Kundera è un grande bugiardo che da voce a questi personaggi che si soffermano sul tema dell’amore. La personalità di Tereza è intensa con la sua pesantezza molto fedele al modello femminile. Tomas invece rappresenta la versione maschile che insegue donne per curiosare e scoprire “la milionesima parte che la differenzia dalle altre”,però non lascia mai Tereza,unica compagna di vita. La pesantezza e la leggerezza si attraggono e si tengono insieme a vicenda. Poi c’è Sabina che ama Franz e appare colma di amore e di leggerezza; Franz che vede la perdita di Sabine in modo “meno importante” di quanto avesse immaginato e non riesce ad apparire leggero. Un romanzo naturalmente pieno di metafore e simboli che fa dire all’autore ironicamente “Non bisogna scherzare con le metafore. Perché sono tutta la verità” .
È un libro straordinario e grandioso che ,pur essendo legato a un momento storico particolare, è ancora capace di parlare a tutti gli uomini e le donne.
Si analizza la difficile condizione degli intellettuali che intrecciano storie sentimentali, tradimenti e passioni. Inoltre Kundera manifesta la volontà di scavare l’aspetto psicologico dei personaggi nella precarietà della condizione umana e alterna questa analisi a frequenti digressioni politiche, sociologiche e filosofiche. Kundera è un intellettuale e scrittore intriso di spirito illuminista settecentesco e si spiega cosi che le sue narrazioni riflessioni filosofiche profonde sono state un successo nel mondo occidentale. Nel suo romanzo si intrecciano trame fatte di travolgenti malintesi e illusioni svanite, con coupe de theatre in cui si evidenzia l’inutilità di ogni progetto umano e si esplicita la divergenza dei punti di vista tra gli individui. La cultura mondiale ha perso un genio della scrittura che non aveva limiti nell’immaginazione del mondo che vivevamo e viviamo.