‘A Pasta cc’a muddica

Sino a un centinaio di anni fa questo piatto costituiva, nel Catanese, cibo rituale del Venerdì Santo.
La gente, quel giorno, usava ricordare il trapasso di Nostro Signore con un lunghissimo digiuno (chiamato per l’appunto “trapassu” ), rompendolo alla sera con un piatto di pasta con la mollica, finocchietti selvatici e sugo di alici.
Tuttora la specialità è riservata alla quaresima, ma non nei modi e con le finalità di un tempo.
Per seicento grammi di spaghetti, è necessario un etto di acciughe, quattro di alici, due di finocchietti selvatici, uno di pane grattugiato, dieci cucchiai di olio d’oliva, una piccola cipolla fresca e un cucchiaio di conserva di pomodoro concentrato.
In metà dell’olio soffriggere la cipolla affettata, unire i filetti delle alici per fargli prendere una breve rosolatura e aggiungere il concentrato di pomodoro diluito in una tazza di acqua calda.
Il sugo non ha bisogno di una lunga cottura e deve risultare piuttosto sciolto.
In un padellino tostare a secco il pane grattugiato, girandolo di continuo con la paletta di legno affinchè non si bruci, quando assume il color tonaca di monaco, scodellatelo in un piatto;
nello stesso padellino mettere l’olio restante e le acciughe diliscate e trite.
Lasciare che questi si sciolgano a fuoco lento prima di incorporare il pane tostato.
Pulire i finocchietti dalle parti dure, lessarle in molta acqua regolata di sale; allorchè sono quasi arrivati alla cottura, unire gli spaghetti.
Scolati pasta e finocchietti, condirle con il sugo delle alici e, una volta impiattati, dar loro a mo’ di formaggio, il pane tostato con le acciughe.
Molti spolverano questa pietanza con il pecorino siciliano grattugiato. Ah che meraviglia la cucina Siciliana.