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Nuovo quotidiano d'opinione e cultura
Il tempo: la ricchezza per l’umanità
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‘A Pasta cc’a muddica

Sino a un centinaio di anni fa questo piatto costituiva, nel Catanese, cibo rituale del Venerdì Santo.

La gente, quel giorno, usava ricordare il trapasso di Nostro Signore con un lunghissimo digiuno (chiamato per l’appunto “trapassu” ), rompendolo alla sera con un piatto di pasta con la mollica, finocchietti selvatici e sugo di alici.

Tuttora la specialità è riservata alla quaresima, ma non nei modi e con le finalità di un tempo.

Per seicento grammi di spaghetti, è necessario un etto di acciughe, quattro di alici, due di finocchietti selvatici, uno di pane grattugiato, dieci cucchiai di olio d’oliva, una piccola cipolla fresca e un cucchiaio di conserva di pomodoro concentrato.

In metà dell’olio soffriggere la cipolla affettata, unire i filetti delle alici per fargli prendere una breve rosolatura e aggiungere il concentrato di pomodoro diluito in una tazza di acqua calda.

Il sugo non ha bisogno di una lunga cottura e deve risultare piuttosto sciolto.

In un padellino tostare a secco il pane grattugiato, girandolo di continuo con  la paletta di legno affinchè non si bruci, quando assume il color tonaca di monaco, scodellatelo in un piatto;

nello stesso padellino mettere l’olio restante e le acciughe diliscate e trite.

Lasciare che questi si sciolgano a fuoco lento prima di incorporare il pane tostato.

Pulire i finocchietti dalle parti dure, lessarle in molta acqua regolata di sale; allorchè sono quasi arrivati alla cottura, unire gli spaghetti.

Scolati pasta e finocchietti, condirle con il sugo delle alici e, una volta impiattati, dar loro a mo’ di formaggio, il pane tostato con le acciughe.

Molti spolverano questa pietanza con il pecorino siciliano grattugiato. Ah che meraviglia la cucina Siciliana.

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Rosario Cunsolo, è stato commerciante e agente nel settore dell’elettronica di consumo per ben venticinque anni. Ha collaborato con le più importanti aziende del settore degli elettrodomestici, dell’elettronica e della telefonia, dove è stato spesse volte insignito come migliore professionista del settore. Si è sempre distinto in tutti i settori merceologici e oggi si è saputo rinnovare diventando consulente e intermediario assicurativo. Nel 1995, ha fondato la prima associazione Antiracket a Paternò (CT) denominata A.P.A.A. la quale operò con successo nel territorio. A novembre del 2011, prese la presidenza dell’Associazione Antiracket Antiusura “Alfredo Agosta” del sistema Confcommercio a Paternò dove con la stessa professionalità ha saputo essere una guida per tutti, verso la legalità. Alla fine del 2012, ha dato le dimissioni dalla “Alfredo Agosta” e da subito, ha formato una squadra di professionisti che hanno dato alla luce il 19/03/2013 alla nuova Associazione Antiracket Antiusura “Libera Impresa” ONLUS. La nuova formazione è composta da professionisti e imprenditori che hanno saputo dire No al Racket.
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