Intervista a Pippo Franco “Bisogna sempre cercare sé stessi, è questo il senso della vita”

Oggi Pippo Franco ha 83 anni, ben portati, appare in forma smagliante, sempre allegro e sorridente. E’ davvero divertente incontrare un grande protagonista della commedia all’italiana che si è cimentato in mille ruoli con uno stile originale e brillante davvero inimitabile. Pippo Franco è sempre stato dotato di una mimica unica, una maschera con un’espressività istrionica. La sua attività artistica è lunghissima e mirabolante, dal teatro, al cinema, da ruoli di sceneggiatore a quelli di regista. Da giovane negli anni sessanta ha fatto il disegnatore di fumetti e i suoi esordi risalgano negli anni sessanta quando ha fatto il cantante e musicista anche accanto a Mina e a partire dal 1971 ha iniziato ad incidere anche come autore una decina di album musicali. Conta anche una partecipazione al Cantagiro nel 1969 con una canzone “Licandropia”. Ma si è soprattutto esibito con canzoni per i bambini incidendo alcune sigle abbinate alla lotteria Italia tra cui si ricorda “Isotta” del 1977 e “Pepè” del 1986. Riesce persino a comparire nella hit parade con canzoni presentate al Festival di Sanremo. Recentemente nel 2017 ripropone una versione pop di “Che fico” con un videoclip di persone scelte sui social. Negli anni settanta e ottanta Pippo Franco ha lavorato nel cinema con tanti registi del genere comico e leggero della commedia recitando con attori del calibro di Jack Lemmon e Jiulet Mills . Comincia il suo lungo percorso televisivo ottenendo un successo strepitoso nelle apparizioni con Gabriella Ferri nel 1973 con “Dove sta Zazà” e nel 1975 con “Mazzabubù”.

Gabriella Ferri e Pippo Franco
Nel 1977 un altro successo è la sua partecipazione a “Bambole, non c’è una lira” dove si ripropone l’avanspettacolo con un cast di interpreti formato da Isabella Biagini, Chistian De Sica, Loredana Bertè, Leopoldo Mastelloni, Gianrico Tedeschi e Gianni Agus. Nel 1980 è conduttore nella trasmissione del sabato sera abbinata alla Lotteria Italia “Scacco Matto” insieme alla moglie Laura Troschel e Claudio Cecchetto.Nella stagione televisiva 1987-1988 gli viene affidata la conduzione della prima edizione di Big! Un programma del pomeriggio della Rai con Piero Chiambretti e Loretta Goggi. La notorietà televisiva di Pippo Franco è legata anche agli spettacoli della “Compagnia Il Bagaglino” dove ritornare a lavorare nel 1987.

Pippo Franco al Bagaglino
Gli attori si esibiscono prevalentemente al Salone Margherita di Roma e le serate vengono trasmesse all’inizio dalla Rai, mentre dal 1994 passano sulla reti Mediaset sempre con la regia di Pier Francesco Pingitore. Nel 1991 su Rai 2 è presente nella seconda edizione di “Stasera mi butto”, varietà incentrato sulla ricerca di nuovi imitatori. In questo spettacolo è affiancato da Heater Parisi.
Nel 2002 vince il “Delfino d’oro” alla carriera al Festival nazionale adriatica cabaret.
La sua carriera teatrale inizia nel 1967 nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Viola, violino e viola d’amore, dove recita con Enrico Maria Salerno e le gemelle Kesslerr . Interpreta e scrive insieme a Giancarlo Magalli Belli si nasce, Il naso fuori casa ed È stato un piacere.
Da quel momento sono molteplici gli spettacoli teatrali che lo hanno visto attore, autore e spesso anche regista.In questi giorni ha partecipato ad uno spettacolo assai divertente e dal carattere riflessivo per “Città educativa” a Giarre. Il suo spettacolo al Cine Teatro Rex ci fa molto riflettere parlando del tema del benessere e dei corretti stili di vita e partendo dall’arte e dalla poesia.

Pippo Franco durante l’intervista
Una sorta di un viaggio non privo di introspezioni alla ricerca di un modo per affrancare l’umanità da una serie di vizi, convenzioni, schemi e tra questi anche il meccanismo del rapporto con il cibo. Pippo Franco ci ha concesso un breve colloquio con uno scambio di battute simpatiche e divertenti.
Pippo Franco o Franco Pippo, invertendo il nome e il cognome il prodotto non cambia.
Esatto…
Un artista di grande qualità che ha percorso molte attività un figura poliedrica, cantante, attore di cinema e teatro , sceneggiatore ,regista. Chi è Pippo Franco ?
E’ difficile a definire Pippo Franco, cerco di farlo facendo uno sforzo sovraumano. Secondo me Pippo Franco è una persona che ha attraversato la vita cercando di comprenderla. E adesso con questa maturità di adesso affermo che nella mia vita, non me ne era accorto sin da bambino, ho sempre cercato di essere me stesso. Ho sempre cercato di tirare fuori me stesso…
Spontaneità e naturalezza…
Ma si… la traduco in termini pratici e comprensibili. L’uomo nasce con un’essenza, con quelle attitudini, con quel suo modo di essere e di vivere i sentimenti. Però poi c’è la personalità, cioè, da dipende dove nasci e da come vieni educato. La personalità è una specie d’impalcatura di un palazzo. Il palazzo è invece costituito dall’essenza. Ho sempre cercato di distinguere l’essenza (il palazzo) dalla personalità(l’impalcatura). Tutto qua in sostanza. Spesso l’uomo non si conosce perché è pure vittima di implicazioni e obbligazioni…
Lei è un uomo e un’artista che si è disvelato l’essenza più recondita…
Bisogna sempre cercare sé stessi, questo è il senso della vita…
Quei suoi testi delle canzoni comico demenziali molto interessanti e molto allegri che erano proprio dei veri scioglilingua da dove traeva l’ispirazione?
La mia ispirazione è basata sull’istinto, non mi sono mai preoccupato da dove vengono le cose.Il mio modo di essere è quello di aspettare che le idee ti vengono e non di andarle a cercare .Certamente ero e sono fuori dagli schemi. Il mio problema era appunto uscire dagli schemi, spesso ci si esprime in modo ovvio mentre cercavo appunto di abbattere questa ovvietà con l’ironia…
Molto originale…
Ho puntato sempre l’autenticità rappresentando sempre me stesso…
Le vorrei fare una metafora…
Mi dica l’altra metà cosi ci sbrighiamo…
(si sorride insieme n.d.r. )
Lei mi sembra la materializzazione umana di una striscia del “Corriere dei Piccoli”, mi ricorda il signor Bonaventura con quei suoi piccoli scatti, con quelle movenze simpatiche. Ha dimostrato sempre una grande capacità di adattamento a tutti gli spettacoli…
Ho cercato sempre di essere me stesso senza pormi problemi di adattamento. Questa impostazione che ha descritto è assai interessante e mi incuriosisce. Io nasco come pittore e musicista, suonavo contemporaneamente. Poi ho fatto il cantautore e poi l’attore. Ho disegnato fumetti per tre anni. Per me il linguaggio del fumetto è importante è fatto di sintesi di espressioni e di velocità quando mi riconosco in questa sua affermazione…

Si sente la materializzazione umana di un fumetto ?
Si perfettamente…
Lei è molto seguito e apprezzato dai bambini…
Si è vero…
Come tanti della mia generazione ho conosciuto adolescente la sua figura in televisione, si ricorda dei tempi quando ha collaborato con la grandissima Gabriella Ferri e dei tempi del Bagaglino…
Ho vissuto sempre a fianco di artisti talmente grandi e poi con Gabriella abbiamo fatto il primo programma di varietà della televisione a colori che si chiamava “Dove sta zazà”. Ed è andato così bene che ne abbiamo fatto un altro che si chiamava “Mazzabubù”. Sono stati grandi successi e abbiamo fatto la storia della televisione e dello spettacolo senza rendercene conto ma divertendoci molto e appassionandoci a tutto quello che abbiamo fatto.
Qualche volta ha avuto tentazioni di impegno politico…
Una volta soltanto quando me lo chiese Don Gelmini con il quale lavoravo, si trattava di realizzare in un improbabile partito che era un unione fra la destra e la sinistra e non è successo nulla…(sorride n.d.r)
Lei si è avvicinato molto alla fede…
Per me è essenziale e fondamentale, sono un uomo che ha sempre creduto, ho maturato un’intensa religiosità a cui non rinuncio.
