Il grave attentato al presidente slovacco Robert Fico: le premesse, le cause e le reazioni

Il ritratto del presidente Fico non è di certo dei migliori. Descritto come xenofobo, populista, omofobo, filorusso e amico di Putin, divisivo, artefice principale di equilibri politici assai labili da creare pesanti spaccature nella vita del Paese. Riassumendo, è questo il quadro che fuoriesce dalla figura ambigua che corrisponde a quella del presidente slovacco nell’ambito dello scacchiere internazionale.
La Slovacchia, appunto, è uno Stato che poggia da anni sulla “faglia” di un clima politico ambivalente. In principio è stata proprio l’uccisione di Kuciak, ma le elezioni del 2020 sembravano aver segnato una svolta con la vittoria di una coalizione di partiti che si proponeva di risolvere l’endemico problema della corruzione: nulla di tutto questo.
L’esperienza degli esecutivi guidati da Igor Matovič, prima, e da Eduard Heger, dopo, è stata caratterizzata da contese, scandali, dimissioni e faide incrociati tra partiti. Uno scenario che ha favorito la possibilità di un ritorno al comando di Fico. Quest’ultimo ha manifestato un atteggiamento particolarmente risoluto, quasi radicale, sostenuto pure da una campagna di dis-informazione ben pilotata da “vicinanze” discutibili con la Federazione russa.
Si pone così in evidenza il contesto nel quale, di conseguenza, matura l’evento degli ultimi giorni relativo all’attentato destinato al primo ministro slovacco, Robert Fico, la cui gravità ha lasciato tra la vita e la morte in un letto di ospedale il capo dell’esecutivo, a seguito dei vari proiettili a lui rivolti secondo un attacco che, molti, definiscono come un assalto politico. Durante la notte i medici sono riusciti a stabilizzare le sue condizioni, sebbene, queste ultime, si presentano ancora molto gravi a causa di ferite molto complesse, secondo le dichiarazioni rese da Robert Kalinak, suo vice e ministro della Difesa che, continuando, ha affermato che, “quello che è successo è un attacco politico. È assolutamente chiaro e dobbiamo reagire a questo”.
I filmati mostrano subito dopo la sparatoria, avvenuta in seguito allariunione di governo a Handlova, gli agenti di sicurezza che afferrano da terra il primo ministro ferito e lo fanno salire su un’auto scura che si allontana a forte velocità, mentre altri poliziotti, invece, arrestato un sospetto sul marciapiede nelle vicinanze.
La genesi di questa legislatura è stata tanto controversa, con un insieme di leggi e disegni di legge considerate liberticidi e lesivi dello Stato di diritto, le quali peraltro hanno sollevato verso Bratislava da parte degli organismi europei, a partire dalla Commissione Europea. Tra quelli più controversi rileva una riforma giudiziaria che prevede l’abolizione della procura speciale per i casi di corruzione di alto profilo, ma anche la limitazione della protezione degli informatori e la riduzione delle condanne per crimini finanziari. A tal riguardo, è utile ricordare come la Slovacchia rappresenti uno degli Stati, presenti in Europa, più esposto ad un alto indice di corruzione percepita e dove spesso in passato la criminalità organizzata è riuscita a infiltrarsi e radicarsi negli ambienti politici.
Ulteriore considerazione sul piano politico è la particolare fascinazione di Fico per le politiche di Vladimir Putin; infatti, è risaputa la sua posizione in merito al conflitto che si svolge in Ucraina, ma, a tutto questo, può aggiungersi, la serie di iniziative intraprese come il disegno di legge antiagenti stranieri, i cui contorni risultano aderenti a quelli in vigore in Russia, in Ucraina, e da qualche periodo pure in Georgia.
L’ultimo disegno di legge contestato è quello che prevede lo scioglimento dell’attuale ente radiotelevisivo pubblico RTVS, cui segue la creazione di uno ex novo sottoposto all’influenza del governo.
Nonostante sia evidente la sembianza di un presidente discutibile, a voler impiegare un eufemismo, non sono tardate le condanne contro il vile attentato da parte dei principali leader mondiali, i quali hanno reagito con sorpresa e condanna rispetto al recente fatto accaduto.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden,ha definito la sparatoria un “orribile atto di violenza”, aggiungendo che lui e la first lady Jill Biden “stanno pregando per una pronta guarigione, e i nostri pensieri sono con la sua famiglia e il popolo slovacco”. Allo stesso atteggiamenti di vicinanza e solidarietà sono stati espressi dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin e dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
Si unisce al coro di condanna e di solidarietà anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la quale con fermezza ha considerato deprecabile il vile attacco, aggiungendo come questi atti di violenza, non siano capaci di minare le basi su cui risiede l’attuale società e che la democrazia, quale bene supremo e prezioso, resisterà ad ogni forma di pressione esistente.
Fico, il cui partito Smer-SD ha vinto le elezioni generali lo scorso settembre, è un quattro volte primo ministro e un veterano della politica. Dopo aver guidato più volte il governo, esattamente dal 2006 al 2010 e, poi, dal 2012 al 2018, è stato costretto a dimettersi in seguito all’omicidio di un giornalista investigativo che ha rivelato la corruzione ad alto livello e ha scatenato il sentimento antigovernativo.
Ciò che viene fuori è un evento capace di contribuire, ancor di più, a recare instabilità complessiva nella regione, suscitando sentimenti controversi che, muovendo da posizioni critiche verso il primo ministro slovacco, non tardano a considerare quest’ultimo come causa del suo stesso male, con scelte che esprimono il substrato su cui potrebbe innestarsi il vile attentato, ma, contestualmente, sollecitando una condanna ferma e generale verso una forma di violenza mai giustificabile.