A Riposto presentato il romanzo di Pina Ardita “L’anello d’acanto”

E’ stato presentato a Riposto (Parco delle Kentie) l’ultimo romanzo di Pina Ardita “L’anello d’acanto”. Un pubblico numeroso ha gremito la splendida struttura del Comune che con grande interesse e partecipazione ha seguito l’incontro culturale organizzato dalla Fidapa Porto dell’Etna guidata da Mirella Di Pino, la quale all’inizio ha presentato l’autrice, figura poliedrica, di scrittrice, di poetessa, di saggista, di pittrice e di scenografa. “Pina Ardita – ha esordito la Presidente Di Pino – è soprattutto un’amica e collega con cui ha condiviso tanti anni nella stessa scuola”.

Pina Patanè, Mirella Di Pino(al microfono) e Pina Ardita
L’autrice ha dialogato con Pina Patanè, che ha posto alla scrittrice numerose domande e ha cercato di chiarire e approfondire con lei il contenuto del romanzo. Le letture sono state curate da Francesca Le Mura Carbonaro che ha recitato brani scelti, mentre l’alunna del Liceo “Amari” Marialaura Melita, violinista bravissima, ha impreziosito il pomeriggio eseguendo brani del Maestro Ennio Morriconi.
“L’autrice del romanzo che presentiamo oggi è nativa di Catania , città dove si è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, insegnando la lingua Francese nelle scuole superiori, e per 15 anni è stata a Giarre, città che ama definire la sua seconda dimora” ha spiegato Mirella Di Pino ricordando la produzione letteraria di Pina Ardita, la quale ha scritto una silloge di Poesie Pensieri silenti” (1988) e un’altra “Petali nel tempo” (2016).

Immagine finale delle socie Fidapa con la scrittrice
Nel 2015 si è imposta anche con il saggio Teosofico “Shalem Tebet”, che ha ottenuto il premio speciale della giuria per la tematica al Concorso Internazionale Poesia Prosa e arti Figurative, indetto dalla rivista “Il Convivio”. Testo pubblicato in vari paesi anche extraeuropei, quali, Giappone, Stati Uniti, Paesi arabi. Altri saggi da menzionare sono stati : “Cod–Giona Leonardo e le misure della Gioconda”; “Teofobìa, Teocrazìa, o Teododecalogìa”; “La Coscienza Teonumerica”, opere segnalate nel concorso Antonio Giuseppe Borgese. Il saggio “La Monotalimachìa” è stato finalista al Concorso Borgese, piazzandosi al quarto posto.
Ci si è soffermati anche sulla sua vena di scrittrice di genere noir con due romanzi, “La memoria del pozzo” e il “Quaderno delle amanti”, entrambi con menzione d’onore in vari concorsi. La scrittrice ha chiarito con acutezza e lucidità il suo modo di essere artista a tutto tondo affermando che “ha sempre cercato attraverso il linguaggio artistico di esprimere: la luminosa speranza, l’appagante bellezza, cercando il senso del divino in tutte le sue manifestazioni per poi condividerli, attraverso le sue opere, con gli altri”.

Mirella Di Pino
Pina Ardita è stata molto attiva nel “Teatro a Scuola”, in particolare per dipingere le scenografie delle annuali rappresentazioni che si svolgevano nel suo istituto di appartenenza. Per questa sua vena artistica di pittrice le sono stati conferiti riconoscimenti ed in particolare da menzionare quelli ottenuti per la Collettiva presso il Museo del Mare e al Castello di Leucatia a Catania, al Palazzo Toscano a Pedara, nonché per una personale a Forza D’Agrò presso la Galleria la Baronia. In provincia di Messina a Santa Teresa Riva ha ricevuto il premio “Bocca di Vento” per le sue opere pittoriche.

Un dipinto di Pina Ardita
“La scrittrice in questo romanzo – ha detto Pina Patanè – ha dimostrato una sensibilità a rappresentare il mistero cosi come d’altronde c’è un legame e un’ affinità con la sua arte pittorica e in coerenza con la sua poesia” . Nel romanzo presentato a Riposto Pina Ardita narra la storia di Giulia, la quale opera un feed-back della coscienza e riesce a entrare nella giunzione temporale dell’attimo, dove il presente e il passato non sono ancora scissi, dove le due alternative sono ancora percorribili, a tal punto da far entrare la protagonista in quella parte della coscienza dove l’io-tu diventa un noi. In questa storia troviamo lo specchio e i sogni, l’immagine e l’immaginario; e l’io si trova a viverle ambedue per arrivare alla sua completezza.

La sala gremita di pubblico
“Questo romanzo- ha affermato l’autrice – è coerente con la mia produzione artistica che coglie spesso l’intreccio tra finito e infinito, tra conscio ed inconscio, tra realtà e mistero”. E’ stato sicuramente un significativo e stimolante momento di crescita culturale , di orgoglio d’appartenenza alla FIDAPA “Porto dell’Etna” conclusosi con la convivialità al ristorante del Porto Turistico delle socie insieme alla scrittrice e a tanti colleghi della sua ex scuola di Giarre.
