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Giovanni Pistorio, Segretario Fillea C.G.I.L Sicilia “Stare nelle piazze e studiare per portare avanti le proposte sociali”

Giovanni Pistorio, 61 anni, giarrese, riveste la carica di segretario generale della Fillea(Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell’Edilizia, delle industrie Affini ed Estrattive) Cgil Sicilia, in buona sostanza oggi è il sindacato dei lavoratori delle costruzioni. Giovanni ha dedicato decenni di vita al sindacato e prima ancora all’impegno politico nelle file socialiste dove è cresciuto nella Federazione Giovanile. Una personalità vivace, dotato di una fervida intelligenza, figlio di una famiglia con il socialismo nel cuore che conosco da sempre. La sua carriera nel sindacato ha avuto una progressione con una maturità arricchita dal forte spirito di collaborazione e dal legame profondo con la Camera del Lavoro di Catania, dove prima è stato anche stato segretario provinciale della Fillea e prima ancora componente della segreteria della camera del lavoro e segretario della Slc catanese e coordinatore di quella siciliana. Una trama di relazioni e di solidarietà che ne hanno fatto un punto di riferimento nella vita del sindacato e oggi ha le carte in regola per affrontare i temi variegati e complessi dell’intero comparto, in continua evoluzione del comparto delle costruzioni non solo in Sicilia.

Si è sempre soffermato nei suoi interventi sulle criticità del settore delle costruzioni e della necessità di riprendere le iniziative per la sua ripresa. Ho posto alcune domande a Giovanni  a cui ha risposto con la sua consueta prontezza e il suo acume.

A che punto siamo in questo comparto nella nostra realtà siciliana ?

A fine anno tutti gli addetti al settore, me compreso, ci aspettavamo un calo netto di tutti i parametri di riferimento (massa salariale, numero di addetti, numero di ore lavorate per lavoratore). Invece i dati del primo trimestre, contrariamente alle previsioni, sono tutti in attivo e, quindi, si pensa che questi dati si possano considerare definitivamente stabilizzati. Dunque, così come viene confermato dallo Svimez, in Sicilia pur registrandosi un aumento dello 0,4% del Pil, siamo la cenerentola tra le regioni meridionali, l’edilizia si conferma come settore trainante quantomeno per ciò che riguarda il numero di occupati. E’ pure certo che questo dati positivi, che adesso consideriamo stabilizzati, sono tali in conseguenza della lotta all’evasione salariale, contributiva e fiscale frutto di accordi tra le parti sociali (vedi Durc congruità ed altre misure) e di alcune norme dei governi precedenti a quello in carica.

Che idea ti sei fatto dell’ecobonus che ha significativamente rilanciato il settore dell’edilizia privata?

In piena espansione economica, decenni fa, Gianni De Michelis disse pubblicamente che dopo qualche decennio in Italia si sarebbe dovuto investire tantissimo nella manutenzione straordinaria dell’immenso patrimonio immobiliare pubblico e privato. Ai giorni nostri si era giunti al capolinea e si è capito che non solo bisognava intervenire sul nostro patrimonio immobiliare ormai vetusto ma che i nostri immobili sono energivori e rappresentano la maggiore fonte di inquinamento da CO2 del paese. È chiaro che il bene comune va tutelato e sono pochi i cittadini che possono permettersi di farlo. Alcuni correttivi andavano fatti ma il patrimonio immobiliare deve essere ammodernato ne va della salute e del benessere di tutti noi. Chi non può farlo va aiutato e sostenuto.

Che tipo di politica del territorio bisogna svolgere nei nostri centri urbani per migliorare la qualità della vita delle città?

Il tema è complesso. Nei prossimi anni crescerà il numero delle metropoli e la popolazione invecchierà sempre più. Bisogna ripensare il paese , in 10 minuti ogni cittadino deve essere messo nella condizioni di poter accedere ed utilizzare tutta una gamma di servizi. Non parlo solo di scuole, ospedali e sportelli per servizi al cittadino ma anche di teatri, cinema, spazi all’aperto. Dobbiamo ripensare e rigenerare gli spazi urbani e le stesse città devono essere facilmente raggiungibili dalle zone non densamente urbanizzate. Bisogna quindi rilanciare pure la cosiddetta cura del ferro. Purtroppo in Sicilia anziché ripensare al territorio si stanno spacciando quali modernizzando gli investimenti datati nel tempo che non seguono il principio del far bene per il bene comune.

Quali sono i dati del lavoro nero nelle imprese edili in Sicilia ?

E’ difficile fissare il dato in una percentuale però c’è da dire che sino a qualche anno fa moltissime aziende attive soprattutto nel settore dei lavori privati, a parità del numero degli occupati, dichiaravano che ogni lavoratore lavorava in media 120 ore al mese ed oggi, invece, 160. La crescita del numero di ore di lavoro dichiarate è frutto di alcune regole e norme che le parti sociali, i governi in carica prima dell’attuale e il sistema degli enti bilaterali di settore hanno imposto nel settore. Si evadeva tantissimo

Il tema della sicurezza è di attualità drammatica. Cosa si può fare per mitigare questa piaga ?

Siamo il paese con la migliore legislazione al mondo in materia di salute e sicurezza però i controlli sono quasi del tutto assenti ed è in atto un progressivo indebolimento del quadro normativo a sostegno della normativa. Non vorrei essere ripetitivo sul numero degli ispettori del lavoro in forza presso la Regione Sicilia, è chiaro che non sanno come e non voglio affrontare il problema salvo poi commemorare pubblicamente i morti sul lavoro. Siamo in attesa del nuovo accordo Stato Regioni in materia di formazione nello specifico parlo di salute e sicurezza. La nuova bozza, per fortuna ancora non esitata, prevede che il numero delle ore di formazione specifica per il rischio medio alto passi da 12 a 6 ore se il datore di lavoro valuti il rischio correlato alla mansione sia sufficiente. Tra l’altro la formazione di 6 ore, anche adesso è possibile, potrebbe essere impartita in modalità web conference sincrona. La contrattazione collettiva, per gli edili, prevede altro ma non è norma, non è sanzionabile. Aggiungo : chi ha sinora controllato se la formazione in modalità web conference è stata fatta o meno? Tutto ciò al netto degli eventuali intrallazzi relativi al rilascio della certificazione di avvenuta formazione. Noi, è chiaro, chiediamo che in materia di formazione sulla sicurezza non ci siano passi indietro, anzi chiediamo che la formazione avvenga solo in presenza e che la falsa formazione sia considerata, così come qualche anno fa, reato e non passibile di sola ammenda così come è previsto dalla normativa attuale.

Il Pnnr e la politica degli investimenti infrastrutturali della regione e dei Comuni. C’è un inversione di rotta?

No, per quanto riguarda gli investimenti infrastrutturali per la Sicilia sono stati presi dei vecchi progetti, gli unici presenti nei cassetti delle stazioni appaltanti e sono stati finanziati attraverso il Pnrr . Le somme, che in precedenza si era previsto di destinare per la realizzazione di tali opere sono state destinate altrove. Il gap infrastrutturale è destinato perciò ad aumentare anche perché se dovessero arrivare risorse aggiuntive gli uffici tecnici della Regione e dei Comuni, causa il blocco del turn over nella pubblica amministrazione, non sarebbero in grado di potere redigere nuovi progetti. Lancio una provocazione: e se parte dei nuovi progetti dei Comuni, così sguarniti negli uffici tecnici, fossero pressoché confezionati e forniti da cricche e comitati di affari quale amministrazione pubblica potrebbe resistere alla tentazione di adottarli? Poche forse ma le stesse poche, pressate, avrebbero vita breve, le maggioranze potrebbero essere facilmente sovvertite.

Il tradizionale problema delle infiltrazioni mafiose negli appalti e nei sub appalti è stato debellato?

La mafia è un mostro multiforme, si adatta e cambia strategia ma il suo scopo è sempre e comunque l’arricchimento utilizzando sistemi leciti, negli anfratti delle regole, ed illeciti. Ma si nutre, a differenza di quasi tutte le organizzazioni criminale, eccezion fatta per la ndrangheta , dei rapporti con la politica e la pubblica amministrazione e della ricerca spasmodica di consenso sociale. Senza quest’ultimo non sarebbero più uomini d’onore ma “nuddu miscatu cu nenti”. Ai giorni nostri sarebbe più opportuno parlare di sistema criminale mafioso e non di organizzazione criminale mafioso in quanto i rapporti con la pubblica amministrazione sono più saldi che mai. Dai tempi di Angelo Siino ad oggi Cosa nostra ha mutato forma diverse volte , ai giorni nostri nel tentativo di recuperare consenso sociale agisce a monte e a valle degli appalti pubblici. A monte, nella fase ideativa e di aggiudicazione e a valle controllando minuziosamente il sistema dei subappalti e delle forniture sul territorio, ciò per aumentare il proprio consenso tra la popolazione locale. Il settore dell’edilizia attinge per il 94,8% delle proprie forniture dal territorio e non si tratta solo di forniture di materiale da costruzione ma anche di servizi e di manodopera. Controllando il sistema delle forniture aumenta il consenso sociale di cosa nostra e si condizionano i processi democratici. Si mette in perfetto equilibrio il sistema criminale. La battaglia è ancora più dura di allora ma a fronte di un esercito che invade dall’altra parte della barricata ci si guarda in faccia solo in occasione della commemorazione delle vittime di mafia.

Il Codice degli appalti è stato ulteriormente modificato. Qual è il tuo punto di vista ?

E’ stato modificato solo per fare in fretta, la realizzazione in fretta e furia di opere pubbliche, così come previsto dal nuovo codice, deve avvenire a  discapito della qualità del manufatto, dei diritti dei lavoratori e senza tutela alcuna per la sicurezza, a discapito della crescita qualitativa delle imprese del settore e senza tenere in alcuna considerazione della qualificazione professionale della nostra manodopera. Pare non ci sia, in prospettiva, nessuna intenzione di mettere su un piano per la riqualificazione delle politiche industriali del paese e nemmeno all’orizzonte un progetto per la professionalizzazione della propria forza lavoro.

Sono ancora diffusi oggi gli sprechi e le perizie di varianti che hanno favorito la corruzione, le tangenti e il malaffare ?

Perché sono mai venuti meno? Basta leggere la cronaca: gare ad invito destinate ad un numero ristretto di aziende di amici che venendo invitate da più enti si presentano sempre con la stessa formazione e i lavori se li aggiudicano una volta l’una e una volta l’altra. Questi lavori, quelli che riguardano le gare per importi non superiori a 5,3 mln di euro riguardano l’80% dei lavori pubblici finanziati e si ha l’impressione che la regia che mette insieme le imprese che possono essere invitate, se si invitano sempre le stesse imprese in gare che riguardano diversi enti appaltanti,  sia unica .

Qual è l’azione del sindacato per migliore il comparto di cui sei responsabile ?

La presenza sul territorio, non solo nei cantieri relativi ad opere pubbliche di grandi dimensioni, l’ascolto attivo dei lavoratori da cui si continua ad imparare tanto, lo studio, la determinazione e la inflessibilità di fronte alle questioni che riguardano ma messa in discussione di principi, valori, norme e regole. Purtroppo bisogna lavorare tanto su principi a valori ma il vero sindacalista deve essere capace di esercitare pure una forza pedagogica, non è mai tempo sprecato come invece sostengono altri.

Oggi fare sindacato non è solo lottare nelle piazze ma anche essere formati e preparati dal punto di vista dei contenuti. Riesci a conciliare l’attività con lo studio?

Caro Saro, siamo o non siamo socialisti? Il buon vecchio Pietro Nenni diceva che bisogna essere malfattori prima e legislatori dopo, bisogna avere la forza di stare nelle piazze e soprattutto per strada e devi studiare per potere portare a sintesi la proposta politica. E poi, ne parlammo non tanto tempo fa noi due, siamo figli dell’illuminismo, viviamo di dubbi e ci nutriamo di curiosità, viceversa saremmo altro.

Qual è la tua maggiore aspirazione umana e sociale oggi?

La libertà. Anche in questo caso mi aiuta una citazione che fa parte del nostro comune bagaglio culturale : a furia di essere liberale, sono diventato socialista. Ciò vale per quanto riguarda sia l’aspirazione umana che quella sociale.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
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