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Assolto Gioacchino Genchi, l’ex consulente informatico accusato da Alberto Cisterna

La giustizia ci dice che Gioacchino Genchi non ha violato i dati personali di Alberto Cisterna, ex vice procuratore nazionale antimafia. La corte di appello di Palermo infatti ha smentito quest’ultimo che accusava Genchi di aver acquisito i propri tabulati telefonici quando era consulente informatico dell’ex pubblico ministero Luigi de Magistris, oggi sindaco di Napoli. Pertanto Genchi non ha commesso alcun reato per quanto attiene la rete di rapporti del libro-intervista ad Edoardo Montolli “Il caso Genchi. Storia di un uomo in balia dello Stato”. La prima sezione della corte di appello di Palermo presieduta dalla dottoressa Adriana Piras, ha confermato quella che era stata la sentenza del tribunale alla quinta sezione presieduta da Donatella Puleo. La Corte ha assolto Genchi dai reati di trattamento illecito di dati e abuso d’ufficio con la formula “perché il fatto non costituisce reato”, disponendo la restituzione dei beni in sequestro all’imputato.

Genchi, difeso dall’avvocato Fabio Repici, aveva rinunciato alla prescrizione durante il procedimento iniziato nel 2009, Cisterna si era costituito parte civile partecipando attivamente a tutte le udienze. Il giudicato penale aveva dispiegato i suoi effetti in primo grado, e la parte civile invece aveva impugnato la sentenza per quanto attiene il risarcimento danni. L’appello di Cisterna è stato dichiarato inammissibile dalla corte di appello di Palermo che ha confermato così la sentenza di primo grado.

Genchi a più riprese, dopo l’uscita del libro di cui sopra, era stato costretto a difendersi da molte accuse mosse nei suoi confronti dai pubblici ministeri di Palermo; tutto ebbe inizio quando venne nominato consulente del pubblico ministero di Catanzaro Luigi de Magistris, dopo le sue esperienze da stimato consulente ai tempi della collaborazione con Giovanni Falcone e delle conseguenti indagini sulle stragi del 1992 che hanno scosso l’Italia, nelle inchieste “Poseidone” e “Why not”.

Durante la fase di acquisizione dei tabulati telefonici, condotta da Genchi, emersero i rapporti tra Cisterna e Luciano lo giudice, soggetto appartenente ad una famiglia ndranghetista di Reggio Calabria. Questo aveva comportato per Cisterna una sanzione disciplinare ed il trasferimento d’ufficio con conseguente incompatibilità a svolgere funzioni requirenti, decisione confermata anche dalle sezioni unite della Cassazione. Inoltre si erano riscontrati anche dei contatti con Giancarlo Pittelli, avvocato ed ex senatore di Forza Italia, che faceva da collante tra le cosche e la politica, che aveva come collaboratrice all’interno del proprio studio legale la moglie di Cisterna.

Venendo alla sentenza di cui in oggetto, Cisterna aveva denunciato Genchi sia per una violazione di privacy, ma anche penalmente per il nocumento che la diffusione di tali informazioni aveva avuto sulla sua persona.

La difesa di Genchi, per tramite dell’avvocato Repici, ha invece tenuto a ribadire come non vi fosse alcun tipo di divulgazione di dati personali del Cisterna, poiché si trattava di informazioni pubbliche ed ampiamente divulgate da fonti aperte. Oltretutto si è sottolineata la totale legittimità della detenzione e del trattamento dei dati per le consulenze giudiziarie svolte in ordine a le numerose richieste da parte dell’autorità giudiziaria di tutta Italia.

La cassazione ha perciò ribadito come vi sia una debolezza nell’impianto istruttorio su cui si regge l’accusa mossa nei confronti di Genchi e andando nel merito della questione, per quanto attiene al discorso della violazione del decreto legislativo 196 del 2003, cioè la tutela della privacy, la suprema corte ha ribadito che “avendo acquisito i dati in questione nel corso della sua attività di perito, Genchi era esentato dall’osservare le norme relative alla tutela della privacy”. Quindi la cassazione ha assolto il perito dalle accuse mosse da Alberto Cisterna.

Infine vi è stata la piena assoluzione anche in sede penale a maggio 2024, chiudendo una vicenda che dal 2009 ha coinvolto ben tre sezioni del tribunale di Palermo oltre alla corte di appello. Piena assoluzione che ha confermato pertanto la correttezza totale dell’operato di Gioacchino Genchi, il quale ha agito secondo legge per fini di giustizia, di accertamento e di ricerca e affermazione della verità.

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Alessandro Sorace classe ’88 nato a Catania. Giurista, giornalista pubblicista, appassionato di arte, storia ed amante della cultura, del gusto e del buon vivere. Collabora da gennaio 2022 col quotidiano online "Clessidra 2021".
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