Intervista a Giorgio Marchesi, interprete del suo moderno “Fu Mattia Pascal”

Giorgio Marchesi è principalmente conosciuto per essere stato interprete di Fictions TV di successo come: “ Studio Battaglia” che lo ha visto nel ruolo dell’avv.to Munari, “ La Sposa” in cui era ITALO, “Vanina-Un Vicequestore a Catania” dov’era Paolo Malfitano in una“Una grande famiglia” vestiva i panni di Raoul Rengoni, in un “Medico in Famiglia” quell di Marco Levi, è stato Giacomo Spinelli nei ”I Medici”, il PM Sergio Einardi nell’”Allieva”, Luciano Parone in “Un Passo dal cielo”, attualmente è sugli schermi di Canale 5 con “ Le Onde del passato” accanto ad A. Valle e I. Ferri, fiction girata all’isola d’Elba e liberamente ispirata al romanzo “Due Sirene in un Bicchiere” di Federica Brunini nella quale interpreta Luca Bonnard.L’ho incontrato per i lettori di Clessidra 2021 al Teatro AMBASCIATORI DI CATANIA dov’è stato interprete del “FU MATTIA PASCAL” di Pirandello che lo ha visto anche, insieme alla sua compagna Simonetta Solder, Regista e Adattatore.
Uno dei punti di forza del vostro adattamento è l’aver reso il “FU MATTIA PASCAL”, accessibile a tutti anche a chi non frequenta abitualmente i teatri, usando un linguaggio originale, senza banalizzare l’opera. Che tipo di lavoro avete fatto con la Solder ed il Maestro Toninelli per arrivare a questo risultato
Il lavoro è stato fatto sull’asciugatura del testo, come se fosse un pezzo di pietra dal quale trarne una scultura, molto spesso si va per sottrazione cercando di mantenere la storia senza perdere i passaggi fondamentali, facendo in modo che malgrado si rinunci a qualcosa alla fine tutto torni, lasciando le bolle poetiche nel lanternino nel rapporto con gli oggetti e nel modo d’intendersi fra le anime.Questo è stato il primo pensiero sull’adattamento del testo per poi lavorare su una comunicazione molto semplice, per tutti, uno spettacolo popolare, nel senso che potesse piacere ad un pubblico diverso anche a chi non frequenta abitualmente i teatri, un adattamento molto energico, non da monologo seduto, attraverso il lavoro di ritmo dato dalla musica eseguita dal vivo del Maestro Toninelli che spazia dal jazz, al funky, all’house e dalle luci che immergono lo spettatore in questa contemporanietà caratterizzata anche dall’ambientazione in un non tempo.
Le musiche dal vivo del Maestro Toninelli fanno anche viaggiare lo spettatore nei diversi umori e luoghi in cui si sposta il protagonista ci avete messo molto a trovare le musiche adeguate allo spettacolo
La scelta musicale è stata fatta proprio seguendo il discorso di translare questo racconto lungo tutto il 900, io sono un grande amante del funky e della musica house e mi sembrava giusto partire con una musica più tradizionale e poi, dato che lo strumento, il contrabbasso, lo consente, quando “MATTIA PASCAL” cambia identità diventando Adriano Meis, si vira sulla musica più elettronica, ci abbiamo messo un pò ma alla fine le musiche sono state trovate e l’eseguirle dal vivo ci permette d’improvvisare, di avere la complicità che ci serve ogni sera per cambiare un pò lo spettacolo e sentirci vivi come deve essere il teatro.
Questi generi musicali sono stati scelti anche per rendere l’opera ancora più accessibile a tutti
Si, proprio per avvicinare il pubblico a qualcosa che sia più simile alla nostra realtà
I temi trattati nel “FU MATTIA PASCAL” sono sempre attuali, il rapporto con la propria identità, il reinventarsi, il desiderio di essere qualcun altro. Oggi con l’avvento dei social secondo lei, i giovani che tipo di rapporto hanno con la loro identità rispetto alle generazioni precedenti
Oggi tutti quanti abbiamo un rapporto diverso con l’identità anche perchè nel momento in cui abbiamo un’identità virtuale già mostriamo una parte di noi che scegliamo di mostrare e se prima nel 1904 c’era già un problema figuriamoci ora con l’avvento dei social.
Mattia Pascal a un certo punto cambia identità diventando Adriano Meis,perchè considera l’identità di Pascal fallimentare, lei facendo l’attore riesce a vivere varie identità attraverso i personaggi che interpreta, quale identità che ancora non è stato a livello professionale vorrebbe essere e che identità diversa le piacerebbe essere nella vita
Nella vita mi piacerebbe essere un musicista, suono la chitarra, ho anche fondato un gruppo rock a livello amatoriale che si chiama “Taverna Marchesi”, con la musica ho un ottimo rapporto. A livello lavorativo non saprei già ne ho vissute moltissime identità tra cinema teatro e televisione e con il mio lavoro, come dice lei, ne vivrò sempre di nuove, una in particolare che mi piacerebbe vivere non gliela saprei dire.
I giovani hanno molto apprezzato questo spettacolo infatti stanno venendo numerosi a vederlo in teatro, li attira così tanto la leggerezza del linguaggio che avete dato al racconto?
Penso proprio di si, il linguaggio e lo stile sono quelli Pirandelliani, il testo non è stato cambiato di una virgola, ma lo abbiamo allegerito e modernizzato attraverso le musiche del Maestro Toninelli e mettendo in evidenza l’ironia che c’è nel “FU MATTIA PASCAL”e anche il collocarlo in un non tempo è stata un’operazione che ci ha dato molte siddisfazioni nei riguardi dei giovani e dei meno giovani.
Dopo aver visto questo spettacolo che messaggio vorrebbe rimanesse ai ragazzi
Il messaggio che mi piacerebbe arrivasse ai giovani è che nei momenti difficili c’è sempre una nuova opportunità dietro l’angolo. Si può sempre provare a fare qualcosal’altro e altrove, il cambiamento e la capacità di reinventarsi soprattutto oggi, devono essere una costante per le nuove generazioni. ADRIANO MEIS ritorna ad essere MATTIA PASCAL , perchè si rende conto di essere fuori dal mondo, ma a parte questo singolo episodio, in generale il messaggio che emerge è proprio quello legato alle infinite possibilità che ognuno di noi ha per trovare costantemente una svolta, e questo deve essere uno stimolo per i ragazzi soprattutto in qest’epoca in cui si devono abituare a cambiare lavori, città e aspettative più volte nel corso della loro vita a differenza di quanto accadeva alle nostre generazioni e a quelle precedenti.
Il miglior complimento che ha ricevuto dopo lo spettacolo?
Quello di una signora che mi ha detto di averle fatto venire il desiderio di leggere “IL FUMATTIA PASCAL” e di frequentare i teatri
Gli è piaciuto il pubblico di Catania?
Moltissimo l’ho trovato un pubblico molto attento, affettuoso e caloroso.
Come dicevamo ha interpretato moltissimi personaggi in TV al cinema e al teatro ma ce n’è uno che le ha fatto scoprire un lato oscuro di lei che ancora non conosceva
Non saprei dirle ci dovrei pensare, però posso dirle che un personaggio al quale sono molto legato è ITALO, che ho interpretato accanto a Rossi nella “SPOSA”, sia perchè è molto ben scritto e sia perchè mi ricorda le mie origini bergamasche, i mie nonni contadini lavoratori, ma con poca comunicazione tra loro, allora non si usava molto dirsi le cose esprimere i propri sentimenti con le parole, però sono stati loro che mi hanno insegnato i veri valori della vita come l’unione familiare e il senso del dovere, valori che sto cercando di trasferire ai miei figli.
Progetti futuri Fictions Teatro cinema
Si, ho tanti progetti, però ormai che sono un cinquantenne non so se riuscirò a portarli avanti tutti, intanto il 2 Marzo finisce questa tournèe teatrale, che molto probabilmente riprenderemo con qualche data la prossima stagione dato che lo spettacolo è molto richiesto. Il 3 Marzo inizio a girare una nuova serie per RAI 1 dove ho una parte importante ma della quale non posso parlare, girerò anche la seconda stagione di “ Vanina Guarrasi” in primavera ad Aprile- Maggio quindi con molto piacere tornerò a Catania e ho anche tante idee per il teatro.