Papa Francesco e le donne: un pontificato “di semina”

Papa Francesco, nei suoi 12 anni di Pontificato, ha sempre valorizzato la figura e il ruolo delle donne: se il sacerdozio femminile rimane, al momento, una chimera, Papa Francesco ha cercato, a suo modo, di svecchiare e di “smaschilizzare” la chiesa.
Molte rappresentanti del “gentil sesso” sono state inserite dal Papa nella plancia di comando per la gestione dell’autorità e per il governo della chiesa. Un Papa visionario e “progressista” anche in questo, o, più esattamente, meno conservatore e meno retrivo di altri, soprattutto sui diritti civili e sui diritti delle donne. Indubbiamente sarebbe assurdo pretendere che il capo della chiesa cattolica si potesse schierare a favore dell’aborto. Francesco ha più volte dichiarato, infatti, che chi ricorre all’aborto è interessato ad assumere “un sicario per risolvere un problema”, e ha utilizzato un lessico duro e tagliente più di quello di Giovanni Paolo II, che definì l’aborto un peccato che “prima di essere una responsabilità da addossare alle donne è un crimine da addebitare all’uomo e alla complicità dell’ambiente circostante”.
Se la chiesa non si è aperta all’ordinazione femminile (probabilmente anche per colpa di pressioni interne al Vaticano), il Papa ha più volte ribadito, però, che “la Chiesa è donna”, e ha riconosciuto il valore di tante donne. Nelle ultime settimane, durante il discorso di ringraziamento dopo il ricovero al Policlinico Gemelli, il Papa si è rivolto alla Rettrice dell’ Università Cattolica del Gemelli, Elena Beccalli, dicendole: “Quando comandano le donne, le cose vanno”. Tali parole, volutamente pronunciate in pubblico, ai microfoni, denotano una chiara volontà di riconoscere alle donne meriti e ruoli importanti. Che oggi ci siano in Vaticano molte più donne rispetto ai papati precedenti è un dato innegabile.
Elena Beccalli
Ogni rivoluzione deve essere preparata e metabolizzata, soprattutto all’interno di un mondo tradizionalista e chiuso quale può essere quello della Chiesa. Ma se i tempi dell’apertura della chiesa sono canonicamente “biblici”, Papa Francesco, comunque, ha cercato di aprire una breccia. Citiamo alcune donne inserite da lui al comando: Suor Raffaella Petrini è la numero due del governatorato, l’ente che governa il piccolo Stato Vaticano. La religiosa romana dell’Istituto delle suore francescane dell’eucaristia è la persona che quotidianamente opera per portare avanti la gestione dei Musei Vaticani, curare gli appalti e i contratti di lavoro, prendere decisioni di grande responsabilità. Altro personaggio di spicco è Suor Simona Brambilla: segretaria dei Religiosi, è la seconda, dopo il cardinale Joao Braz de Aviz, del dicastero responsabile per tutte le suore, i frati e i monaci del mondo. È segretaria di dicastero anche suor Alessandra Smerilli, economista salesiana, numero due del dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale, ossia il laboratorio di tutte le iniziative vaticane sui migranti, l’ambiente, la giustizia sociale. Un’altra dama a rivestire un ruolo di peso è la sottosegretaria del sinodo, Suor Nathalie Becquart, religiosa francese che guida le complicate assemblee che periodicamente fanno affluire a Roma i Vescovi e i sacerdoti da tutto il mondo. Tale ruolo le ha permesso di essere la prima donna nella storia moderna ad avere diritto di voto al Sinodo, ormai in buona compagnia, dopo che il Papa ha incluso 50 donne tra le votanti. Nell’organigramma della Santa Sede figurano anche donne laiche.
Barbara Jatta
Ad esempio, la storica dell’arte Barbara Jatta è la Direttrice dei Musei vaticani, carica estremamente importante. Anche la coordinatrice dell’inserto femminile dell’osservatorio Romano, donna- chiesa – mondo, è una donna, ovvero la giornalista Rita Pinci; ed è donna Cristiane Murray, la seconda addetta alla sala stampa della Santa Sede. Molti membri della Pontificia Accademia per la vita includono economiste, giuriste e politologhe, suore e laiche. Altre donne si possono annoverare nel dicastero dei Vescovi, ossia l’ufficio Vaticano che seleziona i vescovi – maschi- di tutto il mondo. Bergoglio si è affidato a questo gruppo di donne anche creando un super Ministero che svolge funzione di indirizzo e controllo delle finanze vaticane, il Consiglio per l’economia. Non ci sono ancora donne prefetto, ma i cambiamenti fermentano: “Gutta cavat lapidem”. Dopo la rivoluzione femminista le cose stanno cambiando. La legittimazione della presenza delle donne, il conferimento e il riconoscimento di un ruolo preminente, implica e chiama in causa parecchi aspetti, e la posizione di Papa Francesco è sempre stata aperta, mai di chiusura e neanche di paralisi. Possiamo solo sperare che il suo successore riparta da qui. Citando Papa Francesco, “incontro, dialogo e accoglienza: il mondo cambia se noi cambiamo”. È un pontificato “di semina” nel quale i frutti si potranno cogliere tra qualche anno.