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Catania, 25 aprile: Ottant’anni di Resistenza, tra memoria, arte e pace

25 Aprile a Catania: un corteo per la memoria, la pace e la libertà

Ieri 25 aprile, da Piazza Palestro (al Fortino) ha preso il via un corteo carico di emozione e memoria, organizzato in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione. A promuoverlo sono stati l’ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – e l’Associazione Culturale Gammazita, realtà da sempre impegnate nella difesa della memoria antifascista e nella promozione dei valori democratici.

Un lungo e silenzioso serpente umano ha attraversato le vie storiche del centro di Catania, aperto da uno striscione che recitava: «Ora e sempre Resistenza». Un messaggio semplice, ma potente, che ha accompagnato i passi di migliaia di cittadini, studenti, attivisti e famiglie. Il corteo si è fermato per circa mezz’ora in Piazza Machiavelli – meglio conosciuta come Piazza San Cosimo – all’incrocio con via Bellia. Lì è stata deposta una corona d’alloro in memoria di Graziella e Salvatore Giuffrida, partigiani catanesi uccisi dai nazifascisti nel 1945, a pochi giorni dalla Liberazione.

A ricordarli, con parole toccanti e dense di umanità, è stato il dottor Longhitano, membro dell’ANPI, affiancato dalla presidente provinciale Pina Palella. Intorno, una distesa di bandiere della pace e tricolori, simboli di unità, convivenza e speranza. Numerose le realtà presenti, tra cui Cgil, Pd, Aus e diverse associazioni culturali e sindacali.    Lo storico professor Roberto Tufano ha voluto sottolineare, il valore universale di questa ricorrenza: «Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani. La libertà si difende ogni giorno, e la democrazia si costruisce nel rispetto del prossimo, non nella vessazione del popolo».

Il corteo ha proseguito il suo cammino attraversando via Vittorio Emanuele fino a Piazza Duomo.                                     Al Palazzo degli Elefanti, il primo cittadino Trantino era assente. Al suo posto, il vicesindaco Paolo La Greca, insieme al prefetto Maria Carmela Librizzi e al questore Giuseppe Bellassai.

La dottoressa Librizzi ha reso omaggio ai caduti catanesi deponendo una corona ai piedi della lapide posta al comune. Successivamente, sono state deposte corone d’alloro dall’amministratore comunale e dall’ANPI.                      Il vicesindaco ha ricordato i 35 catanesi caduti, tra cui tre donne, in un gesto di enorme rispetto e memoria.                   Dopodiché il corteo ha continuato per Piazza Università, via Etnea, fino a raggiungere Piazza Stesicoro, dove si è concluso con il discorso ufficiale della presidente dell’ANPI, professoressa Pina Palella. A scandire i momenti più veementi della manifestazione, i canti popolari e partigiani, tra cui l’immancabile «Bella ciao», intonata coralmente da tutti i gli astanti.

Ad arricchire la giornata, anche l’arte e la cultura: gli studenti e i docenti dell’Accademia delle Belle Arti di Catania hanno allestito una mostra dedicata alla Resistenza, trasformando lo spazio urbano in un vero e proprio museo a cielo aperto. Numerosi musei della città e della provincia hanno aderito alla commemorazione, rimanendo aperti gratuitamente per l’occasione, a testimonianza di un territorio che vuole fare della memoria uno strumento di crescita e consapevolezza collettiva.

Il 25 aprile catanese ha avuto spazio anche per il gusto e l’aggregazione: grazie al contributo di Frumento, food partner ufficiale dell’evento, i partecipanti hanno potuto condividere momenti conviviali all’insegna dei sapori locali. In Piazza Federico di Svevia, invece, si sono svolte iniziative dedicate alle famiglie: laboratori per bambini, spettacoli teatrali, letture partigiane e, in serata, un concerto finale con Giama and the Soldiers of peace e Kandiraki che hanno chiuso la giornata con note di speranza e unità.

A conclusione, l’Associazione Gammazita ha voluto sottolineare con forza il significato profondo di questa celebrazione: «Il 25 aprile di quest’anno è stato vissuto all’insegna della pace. Chiediamo il cessate il fuoco ovunque, ma soprattutto in Palestina, dove si consuma un genocidio sotto gli occhi del mondo intero». Un richiamo chiaro, netto, che lega la memoria del passato alla drammatica attualità del presente.

Questa giornata di celebrazione, testimonianza e partecipazione dimostra come la memoria storica possa convivere e intrecciarsi con la valorizzazione culturale e turistica dei territori. Il ricordo della Resistenza non è solo un atto di commemorazione, ma un impegno quotidiano per costruire un futuro più giusto, libero e umano.

 

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A soli sedici anni ha iniziato il suo percorso nel giornalismo, scrivendo come corrispondente e raccontando la cronaca di Camastra e Naro sul giornale La Sicilia. Spinto dalla passione per l’informazione, qualche anno dopo ha iniziato a collaborare con testate di rilievo come il Giornale di Sicilia, Corriere dello Sport e L’Amico del Popolo di Agrigento, storico settimanale cattolico. Il suo viaggio lo ha poi portato a Milano, dove ha scritto per il Giornale di Milano Sud, dando voce alle storie e ai cambiamenti della zona meridionale della città. Ma le radici lo hanno richiamato in Sicilia, dove per un decennio ha diretto Tribeart, la prima guida dedicata alle arti visive dell’isola, punto di riferimento per artisti e appassionati. Da sempre convinto dell’importanza dell’etica professionale, afferma con decisione: “Il compito di chi fa giornalismo è uno solo: informare il lettore in modo corretto, senza compromessi”.

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