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La censura a Scurati, il punto più basso della RAI?

Nella puntata di “Che sarà” del 25 aprile scorso, in occasione della Festa della Liberazione, lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto essere ospite della trasmissione di Serena Bortone per fare un breve monologo sull’omicidio Matteotti. Peccato che la stessa Bortone abbia dovuto avvertire lo scrittore del fatto che il suo monologo non sarebbe andato in onda a causa della cancellazione del contratto, come appreso pochi istanti prima della telefonata. La stessa Bortone ad inizio puntata si è detta scossa, e con tono scocciato, ha ribadito come la libertà di espressione e di dissenso vada tutelata, come previsto tra le altre cose dalla nostra Carta costituzionale all’art. 21. A queste manifestazioni di pensiero si è unita quella dello stesso Scurati nella giornata del 28 aprile. Ospite della trasmissione “Che tempo che fa” da quest’anno sul Nove con un Fazio outsider dopo le varie problematiche politiche e aziendaliste che lo hanno visto migrare da RaiUno a RaiTre, per approdare infine sull’americana Nove di Discovery. Proprio in virtù di questa libertà ritrovata, si è dato il caso che l’ospitata fosse la ciliegina sulla torta di tanti bocconi amari mandati giù negli anni. Antonio Scurati balzato in testa alle classifiche di vendita per la sua trilogia “M” sulla storia del dittatore italiano di metà secolo scorso, ha ribadito come la mancata ospitata nel programma della Bortone abbia rappresentato un elemento di stress non indifferente, in quanto si è visto catapultato nell’occhio del ciclone. Un occhio del ciclone del quale avrebbe fatto volentieri a meno. Al di là però della circostanza in cui è maturato il fattaccio, la problematica è ben più seria. Andare da parte delle istituzioni di un paese che si ritiene democratico contro uno scrittore, un intellettuale, uno studioso è una cosa veramente deprecabile. Ancor più se quello scrittore ha fatto della propria vita una missione, quella di spiegare e far conoscere ai più per non dimenticare, cosa sia stata una delle pagine più buie della storia italiana, che però oggi risente di vari “rigurgiti” in un’epoca assai diversa, in cui il capo non può essere il manipolatore di un tempo. Lo stesso Scurati è apparso inizialmente un po’ destabilizzato dalla vicenda, ma nonostante un’agitazione palpabile che tutto questo gli ha indubbiamente procurato, ha tenuto a sottolineare i valori e le idee che ha espresso anche nel suo libro uscito alla fine del 2023 “Fascismo e Populismo”, nel quale viene messo in luce il fenomeno ai giorni nostri e ci si chiede se veramente la nostra democrazia corra il rischio di tramutarsi in altro. A fare da cornice all’ospitata di Scurati c’è stata anche quella di un altro ex RAI, Franco Di Mare, malato di mesotelioma, che nel corso della sua intervista con Fabio Fazio ha sottolineato come dopo la scoperta della malattia i dirigenti della RAI, coloro con cui aveva lavorato per oltre trent’anni, si siano dissolti. Una sparizione, a detta dello stesso Di Mare, che non riguarda ovviamente gli ultimi arrivati ma quei dirigenti che sono in azienda da tanti anni ed hanno rappresentato varie scelte politiche dell’azienda. Insomma se sul piano aziendale certe cose si possono capire, sul piano umano sono atteggiamenti “ripugnanti” come ha sottolineato Di Mare.

La RAI è sempre stata un’azienda che ha rappresentato le correnti politiche che sono al governo, ma questo però forse è il suo momento più basso nella sua lunga storia costellata di successi, periodi meno brillanti, ma che rappresenta sempre lo specchio del Paese, che non è più limpido come un tempo. Cosa attendersi dal futuro? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Alessandro Sorace classe ’88 nato a Catania. Giurista, giornalista pubblicista, appassionato di arte, storia ed amante della cultura, del gusto e del buon vivere. Collabora da gennaio 2022 col quotidiano online "Clessidra 2021".

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